ANIMALI DA COMPAGNIA

La "salute" della vita sulla Terra: i numeri del declino della popolazione secondo il WWF

A novembre, WWF e Zoological Society of London - ZSL hanno pubblicato un rapporto, il Living Planet Report 2022, ha lancia un campanello d'allarme impossibile da ignorare per la salute della vita sulla terra. Tra i tanti dati, uno dei più impattanti è il Living Planet Index, che mostra la variazione media dell'abbondanza delle popolazioni di vertebrati.

Dal 1970 a oggi, i numeri sono per la maggior parte in calo: si parla infatti di -69%. Non si parla di specie estinte, né di quantità di animali in assoluto, ma solo nel numero delle popolazioni di determinate specie prese in esame.

Tutti insieme, questi dati ci restituiscono una situazione verso il non ritorno. Ancora molto c'è da fare per mantenere e salvaguardare il nostro mondo: questi numeri non devono spaventare, ma servono da monito per farci lavorare ancora più duramente per il bene del nostro pianeta.

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La "salute" della vita sulla Terra: i numeri del declino della popolazione secondo il WWF
A novembre, WWF e Zoological Society of London - ZSL hanno pubblicato un rapporto, il Living Planet Report 2022, ha lancia un campanello d'allarme impossibile da ignorare per la salute della vita sulla Terra. Tra i tanti dati, uno dei più impattanti è il Living Planet Index, che mostra la variazione media dell'abbondanza delle popolazioni di vertebrati. Dal 1970 a oggi, i numeri sono per la maggior parte in calo: si parla infatti di -69%. Non si parla di specie estinte, né di quantità di animali in assoluto, ma solo nel numero delle popolazioni di determinate specie prese in esame. Tutti insieme, questi dati ci restituiscono una situazione verso il non ritorno. Ancora molto c'è da fare per mantenere e salvaguardare il nostro mondo: questi numeri non devono spaventare, ma servono da monito per farci lavorare ancora più duramente per il bene del nostro pianeta.
Il Living Planet Index
Nello specifico è un indicatore sullo stato della biodiversità nel pianeta. Si basa sulle popolazioni di vertebrati, dunque: mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi. Le specie totali considerate sono 5230, per 31.821 popolazioni. Il declino globale a novembre 2022 si è attestato del 69% rispetto alle stime del 1970. Questo come varietà e quantità all'interno di singole popolazioni, non è il calo del numero degli animali totali presenti sul pianeta. Proveremo a essere più specifici e a dare qualche esempio generale. I numeri, come si dice, parlano da soli.
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Esempi con gorilla e delfino rosa
Per fare qualche rapido esempio, allo scopo di far comprendere meglio i numeri, ecco due popolazioni in calo: il gorilla di pianura orientale, nel parco nazionale di Kahuzi-Biega (Rep. Dem. del Congo) sono calati dell'80% tra il 1994 e il 2019. Cambiando animale, la popolazione del delfino rosa, cetaceo dei fiumi dell'Amazzonia, nella Riserva di sviluppo sostenibile in Brasile, è crollata del 65% tra il 1994 e il 2016.
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Il calo nei vari continenti 
Prendiamo in considerazione il mondo intero, e notiamo come il calo non sia omogeneo nei vari continenti del globo. Il calo delle popolazioni nell'America Latina e nei Caraibi è stato di un drammatico 94%, in Africa del 66%, in Asia e nel Pacifico del 55%, in Nordamerica del 20% e del 18% in Europa e Asia centrale. Va considerato però che in Europa e nel Nordamerica un drastico calo era già avvenuto prima del 1970, e dunque non è riflesso nell'indice che stiamo prendendo in considerazione.
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Living Planet Index per gli squali
Prendiamo ora in considerazione questo grande predatore. Il collasso delle popolazioni di squali e razze oceaniche è del 71% (questi dati variano anche a seconda delle diverse specie di squali). Questo secondo uno studio guidato da Nathan Pacoureau della Simon Fraser University e pubblicato su Nature. I motivi sono riconducibili a un aumento della pesca di 18 volte i valori prima del 1970. 76 sono le specie di squali e razze in forte pericolo di estinzione, 112 sono in pericolo e ben 167 iniziano ad essere vulnerabili. 
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L'acqua dolce è fonte di vita
L'acqua dolce ricopre circa l'1% della superficie terreste, ma il 50% della popolazione mondiale vive a meno di 3 km dalla sua fonte. I vertebrati d'acqua dolce infatti sono il gruppo che ha subito il declino più drammatico. Dal 1980, 24 delle 31 specie monitorate risultano in pericolo. Pesca, nuovi ostacoli naturali e inquinamento stanno minando l'equilibrio di queste acque.
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L'impatto suoi fiumi e sui pesci migratori
Solo il 37% dei fiumi più lunghi di 1000 km rimangono ancora completamente liberi. Per i pesci migratori questo è un problema davvero considerevole. Sulle 247 specie di pesci migratori che vivono in parte o totalmente nelle acque dolci, si è calcolato una diminuzione della loro popolazione pari al 76%.
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Gli insetti nel mirino 
Molte specie di insetti sono minacciate dal cambiamento climatico e dalla distruzione del loro habitat naturale. La riduzione di popolazione di insetti in aree dove si pratica agricoltura (soggette al cambiamento climatico) si attesta attorno al 49% rispetto alle zone che non hanno subito questo cambiamento, secondo uno studio dell'University College di Londra.
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La storia delle api
Rispetto al 1990, si è vista una riduzione del 25% delle specie di api tra il 2006 e il 2015. Questo è stato il risultato di uno studio argentino su oltre 2000 specie di api impollinatori. Questo non significa che queste specie si sono estinte, ma che potrebbero diventare così rare da renderne difficile l'osservazione. 
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Le foreste sono un habitat indispensabile
Secondo le ultime stime abbiamo perso già il 20% della foresta amazzonica. Un altro 6% sarebbe già pesantemente degradato. Per molte specie di animali, il diverso sfruttamento del suolo è la peggior minaccia di tutte. Infatti, sono ben 7,6 gigatonnellate la quantità di Co2 assorbita da questi habitat.
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Ancora il riscaldamento climatico
In caso di ulteriore aumento di 1,5°C, il 6% degli insetti (su 31.000 specie osservate) perderà il proprio habitat naturale. Inoltre, per esempio, il 99% dei coralli del mondo andrà distrutto. 
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